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settimio benedusi

Settimio Benedusi nasce in provincia, dove passa i primi anni della sua vita cazzeggiando in maniera irresponsabile e inutile. Fa normali studi, leggendo un po’ di tutto ma senza veramente approfondire nulla. A 12 anni gli viene regalata una macchina fotografica, con la quale pensa di rendere le sue giornate adolescenziali un po’ meno inutili. Dopo un fallimentare tentantivo di studiare Giurisprudenza si trasferisce a Milano con la speranza di fare il fotografo: sono gli anni ottanta, ci riuscerebbe chiunque, e infatti ci riesce pure lui. Ha un’infinita serie di colpi di fortuna, che lo portano addirittura a scattare per vari giornali e a realizzare alcune campagne pubblicitarie e ritratti a varie persone, più o meno famose. Gira il mondo a fotografare, illudendosi di fare una cosa importante e pericolosa, mentre invece viene semplicemente portato in giro come un fighetto milanese, la cui cosa è d’altronde diventato. In estrema sintesi: è un povero stronzo.

Settimio Benedusi nasce di fronte al mare. Assorbe in maniera bulimica gli stimoli culturali nei quali è immerso, leggendo come un forsennato (Steinbeck!), andando al cinema (il cineforum con dibattito!) e ascoltando ottima musica (De Andrè!). Studiare al Liceo Classico gli fornisce quell’impostazione umanistica che lo porterà a praticare la sua grande passione, la Fotografia, in maniera fin da subito profonda e seria. Si trasferisce ventenne a Milano, dove riesce, nonostante infinite difficoltà, a trovare la propria strada nella Fotografia commerciale, pubblicitaria e redazionale. Realizza ritratti al gotha nazionale e internazionale, importantissime campagne pubblicitarie ed è l’unico italiano a collaborare (per sette anni!) con la celeberrima rivista Sports Illustrated. Nella maturità si orienta verso una Fotografia più intima e vera, riuscendo fin da subito a esporre in prestigiosi contesti. In estrema sintesi: non butta mai la carta per terra.